Arroccata in cima a un’altissima montagna, nascosta da una coltre impenetrabile di nubi, sorge La Città delle Dame, una fortificazione medievale abitata esclusivamente da donne. Non si tratta di una città convenzionale, fatta di calce e pietre, ma di una costruzione letteraria. La fondatrice è Christine De Pizan, la prima scrittrice di professione della storia d’Europa. Questo mese abbiano risalito la montagna e esplorato la città. Vi raccontiamo com’è fatta.
Il mito di fondazione
Come per tutte le città più antiche e prestigiose, anche le origini della Città delle Dame si perdono nel mito. L’autrice non avrebbe lavorato in solitudine, ma con l’aiuto di tre entità ultraterrene.
Andò più o meno così: il 1404 si avvicinava alla fine, a Parigi faceva un freddo cane, e Christine era sull’orlo della disperazione. Le era venuta la pessima idea di cominciare la giornata con le Lamentazioni di Mateolo, da poco disponibili in francese. Aveva così scoperto che il matrimonio rende la vita dei maschi un vero inferno, e che lo donne, tra le altre cose, sono proprio creature insopportabili. Allora aveva cominciato ad affliggersi.
Sebbene lei non si ritenesse una creatura insopportabile, e nemmeno le sembrava che lo fossero le altre donne che conosceva, non poté far altro che accettare l’opinione di Mateolo, e ammettere che probabilmente era lei, Christine, a non capirci granché. Era una donna istruita, aveva letto moltissimi libri, e si rendeva conto che tutte le fonti sfociavano nello stesso pantano. In ogni luogo e in ogni tempo, il giudizio sulle donne era unanime: sono proprio creature insopportabili. Erano in troppi ad averlo scritto, e non potevano avere tutti torto.
Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d’accordo nella medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio
La Città Delle Dame, 1404

Ma proprio quando stava per arrendersi all’evidenza, e malediceva il suo sesso, e sognava un corpo grosso e peloso, una barba da eremita e la testa pelata, Christine levò gli occhi sbalordita. Lo scrittoio si era riempito di una bruma biancastra, che non poteva provenire da fuori e non si capiva cosa fosse. Ne vennero fuori tre dame eleganti e bellissime: erano Ragione, Rettitudine e Giustizia, e con l’aiuto di Christine avrebbero costruito La Città delle Dame.
Architettura e progettazione della Città delle Dame
A più di sei secoli di distanza, La Città delle Dame è ancora in piedi e visitabile, e conserva una sua bellezza all’antica anche con le ragnatele e con la polvere che si incontrano qua e là. Pur trattandosi di una città di carta, ha tutte le caratteristiche di un borgo fortificato medievale in termini di funzione e architettura. Affissa sulla facciata interna delle mura, appena superato il ponte levatoio, s’incontra una bella targa di marmo. Ne riportiamo il testo:
Affinché le dame e le donne di merito possano avere d’ora in avanti un luogo dove potersi rifugiare e proteggere da così tanti assalitori.
Dama Ragione si rivolge a Christine de Pizan, La Città Delle Dame, 1404
Sono queste le parole con cui Dama Ragione convinse Christine a costruire la città. Era troppo facile, spiegò la Ragione, muovere guerra alle donne disarmate, da sempre precluse a un’istruzione adeguata. Private di quest’arma formidabile, era impossibile per loro rispondere agli attacchi di nemici e detrattori. Era giunto il momento di pareggiare i conti e di costruire un sistema di difesa, un luogo dove tutte le donne afflitte dai Mateoli di questo mondo potessero trovare finalmente rifugio. Protetto dalle mura della Città delle dame, in compagnia di tanti esempi di saggezza e virtù, il sesso femminile avrebbe finalmente trovato uno spazio di dignità. Dall’alto di queste stesse mura, Christine avrebbe dato inizio alla sua battaglia per l’istruzione delle bambine.
La costruzione fu relativamente rapida, e nei primi mesi del 1405 era già giunta a termine. Il tutto si svolse in tre fasi, o, che dir si voglia, in tre libri. Le fondamenta vennero messe giù con l’aiuto di Dama Ragione, che raccolse su questo livello una corte di donne straordinarie per coraggio, forza e determinazione. Le mura di cinta e le abitazioni furono progettate da Dama Rettitudine, che si circondò di profetesse, vergini, e donne profondamente innamorate. Infine la Giustizia levò una trentina di torri, tutte sormontate da magnifiche cupole d’oro, e in cima a ognuna mise a vivere una santa (e si capisce che nella torre più alta ci sta una certa signora con il nome da popstar).
Società, costumi e credenze
Ma nonostante non si possa definire di costituzione laica, la città delle Dame è rimasta sempre aperta a donne di ogni credo, provenienza ed estrazione sociale. Secondo l’ultimo censimento, che risale ovviamente al 1405, abitano la città 165 donne, e sebbene in molte siano cristiane cattoliche, non mancano donne di religione ebraica, ferventi idolatre, pizie di Apollo, e ha trovato accoglienza tra le sue mura perfino la famigerata dea Medusa.

Passeggiando per i suoi vicoletti serpentini, ci si imbatte anche in certe signore infelici che passarono alla storia come pazze o malvagie. Questo perché la fondatrice, con una lungimiranza che non smette di sorprendere, si rendeva ben conto che di tutte le storie ci sono tante versioni, e che fino ad allora erano prevalse le versioni maschili. Per questa ragione, invitò volentieri alla sua corte l’incestuosa Seramide, la geniale maga Circe, e perfino Medea, un “crudelissimo esempio di antica perfidia” secondo i detrattori, straordinaria per intelligenza e sapere secondo Christine.
La fortuna del settore turistico
Ma nonostante sia sempre aperta a turisti di ogni specie, non sono in molti a conoscere La Città delle Dame. La stragrande maggioranza dei visitatori sono studiosi o accademici, molto spesso di sesso femminile, non di rado francesi. Quasi tutti si occupano di letteratura medievale, alcuni di teoria critica femminista, altri si specializzano in storia delle dottrine politiche e hanno studiato da cima a fondo il genere dell’utopia. Ma La Città delle Dame, nonostante tutto, non è una costruzione così inaccessibile. Si tratta, in fin dei conti, di una raccolta di racconti brevi su donne che hanno amato, pensato, e lottato tanto. Se le famose Storie della buonanotte per bambine ribelli fossero state scritte nel 1404, sarebbero state più o meno così.
Di questi tempi che viaggiare non è facile, un giretto su per la montagna sarà un gran bel diversivo.